A.N.A. – SEZIONE DI PORDENONE
GRUPPO ALPINI”G.B. MARIN”
SAN VITO AL TAGLIAMENTO
- COSTITUITO NELL’ANNO 1931 -
...ma di fatto attivi molto prima, gli Alpini di San Vito guardano al 2006, al loro 75° anniversario di fondazione con un ambizioso progetto: la nuova sede.
Le origini, i personaggi, i fatti delle Penne Nere del Gruppo Alpini ”G.B. Marin” di San Vito, facente parte dell’A.N.A., Sezione di Pordenone, sono profondamente intrecciati con la vita della nostra Comunità che da sempre guarda a questi ”militi dal cappello con la penna d’aquila” con grande simpatia. Il ”Qui San Vito” propone la storia, la vita di questa benemerita Associazione, scritta a ”due penne” dagli alpini ”franco & franco”.
San Vito, …”di cà da l’aghe”, si trova in una zona dove il reclutamento di leva è (anzi era) iniziato con la classe 1907 prevalentemente alpino, per tradizione, per aspirazione e ...per chissà quali altre motivazioni!
…non importa: i sanvitesi sono eclettici, estroversi, assorbono tutto e le loro risposte sono sempre state positive.
L’epopea degli Alpini, anche Sanvitesi, era già iniziata con la nascita delle truppe alpine, le loro gesta uscivano dalle rocce su cui avevano combattuto nella I^ Guerra Mondiale, erano state immortalate nelle pellicole dei cinegiornali dell’epoca, ancora con il cinema muto, ed anche a S.Vito erano state viste le immagini della ”Guerra Bianca sull’Adamello”, proiettate nel locale della Sala Vittoria di Perosa, poi diventata ”Cinema Garibaldi” in Via Pantaleoni a benefico del Patronato Scolastico, accompagnate dalle note di canti alpini e patriottici. Gli alpini locali incominciano a guardarsi in faccia, si contano: c’è qualcosa di nuovo, c’è un nuovo spirito, le loro azioni in battaglia sono state straordinarie, qualcosa di diverso, anche perché, riviste al di fuori della guerra, hanno una luce diversa: gli ex combattenti alpini hanno già creato le fondamenta del loro mito.
Le prime documentazioni sugli alpini Sanvitesi in congedo le troviamo in Piazza S. Pietro a Roma, il 7.4.1929.
Il primo passo è fatto: una nutrita schiera di Sanvitesi si presenta all’adunata di Trieste nel 1930, i promotori del gruppo sono il Cap. Gio Batta Marin e Antonio Malacart. Essi, secondo la prassi dell’epoca, erano stati coinvolti in qualità di Capo Sezione e Segretario a quello che per il momento è un insieme di amici che avevano compiuto il servizio di leva tra le truppe alpine. San Vito si fa notare e fa vedere la mitica penna nera che per anni sarà il simbolo dei Sanvitesi a tutte le adunate locali e nazionali: la penna pesa quasi un quintale ma per portarla basta un uomo solo: il mitico Jacu Diaul.
Dall’ufficiosità all’ufficialità il passo ...non è tanto breve, ci vogliono un paio di anni ma, nel frattempo, continua l’attività dei nostri compaesani con la partecipazione alle principali manifestazioni locali e nazionali: sono sempre presenti!
L’ufficializzazione della Sezione Alpini di S.Vito avviene il 22 marzo 1931 ed il nucleo fondatore è costituito dal capogruppo avv. Gio Batta Marin, segretario Antonio Malacart ed i fedelissimi Secondo Pasut, Pierantonio Macor detto Baldin ”Baldo Alpin” anima del gruppo stesso, Evaristo Blason. Fa parte dei primi soci anche Luigi Perissinotto, classe 1908, che diviene l’Alfiere del gruppo stesso. Un trafiletto nel periodico nazionale L’Alpino sancisce l’ufficialità della nascita. Di questa sezione facevano parte dei Gruppi Alpini dei Comuni del mandamento che ad un certo punto si staccano e divengono Gruppo a loro volta. Da quel giorno in poi il gruppo cresce, progredisce, organizza, purtroppo subisce la pausa per la guerra ...ma anche quella passa. La creatività degli alpini sanvitesi rinasce dopo il periodo bellico. Autori di questa ”rifondazione” sono il sempre attivo Toni Malacart, Raimondo Montico e Adriano Buliani. L’avv. Marin scompare nel 1950 ed a lui subentrano quali Capigruppo l’avv. Antonio Pascatti e successivamente il Gen. Della Bianca e Malacart, quel Toni Malacart che è un segretario sempre attivo un capogruppo silenzioso e gli alpini del gruppo gli danno sempre una mano. Si organizzano le gite, le feste conviviali e danzanti (ricordiamo la “Veglia Verde” che si svolgeva al “Cinema Italia” nella giornata del martedì grasso, ultima giornata di carnevale, che immancabilmente finiva con la ”tocjada da la renga, impiciada tan un traf dal sot palco”). L’allestimento della veglia prevedeva la rimozione di tutte le poltroncine e, alla fine della serata, immediatamente rimesse al loro posto ed i manifesti coreografici di contorno realizzati da Raimondo Montico. In questa manifestazione era tipico l’allestimento della Taverna con musicanti: le colonne musicali erano Pietro Ceolin con il liron (violoncello) e Mariano Fabris (Dosi) con la fisarmonica, il piatto tipico era “la renga” e divengono date sempre attese nell’arco di ogni anno. Si era appena usciti da una guerra disastrosa e vi è la rifondazione delle associazioni, tra queste la Sezione Alpini diviene Gruppo ed il gruppo alpini si dà da fare per riportare il sorriso e l’allegria nelle nostre terre, duramente provate dai lutti per gli innumerevoli alpini sanvitesi che erano “andati avanti”. Pian piano il benessere aumenta tra le nostre genti anche per merito di tanti emigranti, mentre i ”veci”in punta di piedi se ne vanno per raggiungere i commilitoni nel “Paradiso di Cantore”. Dopo un decennio anche Toni Malacart, scompare. Subentrano i bocia, in questo periodo troviamo Capogruppo Raimondo Montico che, imparata l’arte la mette subito in pratica: dapprima cercando di continuare la strada aperta dai predecessori, poi attorniandosi di altri generosi alpini in congedo e volontari che “danno una mano”, apre a nuove iniziative e forma i “bocia”. Questi ”bocia” che al suo ritiro gli danno il cambio e si susseguono come Capigruppo: Bruno Crivellari (del cui direttivo facevano parte anche Nino Gregoris e Giuseppe Basso), Gino Bortolus, Lucio Vadori, ancora Gino Bortolus fino ad arrivare all’attuale Capogruppo Adriano Culos, la scuola era stata di alto livello in quanto in questo periodo un socio del gruppo di S. Vito, Lucio Vadori, è stato eletto membro del Consiglio Nazionale ANA. Da quanto si è potuto verificare hanno imparato presto e proseguono sulle orme di quanti li hanno preceduti nel gruppo. Cambiano i tempi, sono di questo periodo le iniziative socio – culturali che vengono promosse, come il recupero della Chiesetta di S. Valentino – rimessa in sesto tra il 1978 ed il 1983, la ricostruzione del sito delle Quaiare bruciato da ignoti nel 1984, l’invenzione della marcia di solidarietà “CUORE ALPINO” che, con cadenza annuale si svolge dal lontano 1982 ed il cui ricavato va a enti o persone bisognose della zona ; la partecipazione attiva alla Lucciolata annuale che, organizzata dalla Via di Natale, finanzia delle opere per l’assistenza dei malati e dei familiari che li assistono presso il centro oncologico di Aviano. Si susseguono i Consigli e l’attività del gruppo è sempre frenetica. All’appuntamento annuale con l’adunata nazionale il Gruppo è sempre presente interpretando così il motto scritto sulla nostra vecchia penna: NISSUN MI MET DI BANDE.
Memorabile Adunata Nazionale fu quella che si svolse a Venezia nel 1960: da S.Vito il gruppo parti con una mula, in Piazzale Roma, a Venezia, la mula fu caricata su una gondola e con quella trasportata a Piazza S. Marco …!
Non di sole adunate vive il gruppo, la solidarietà insita nello spirito alpino che vive in noi ci porta a collaborare con altre associazioni di volontariato come ad esempio con l’A.I.L. nelle loro iniziative promozionali per la vendita di prodotti il cui ricavato serve per l’assistenza ai malati leucemici. Oltre a queste opere materiali cerchiamo di adoperarci per mantenere alto il ricordo di quelli che “sono andati avanti”, sia in tempo di pace che in tempo di guerra. Manteniamo vivo il loro ricordo, con spirito alpino che invoca sempre di ONORARE I MORTI AIUTANDO I VIVI.
E’ di questi giorni una nuova iniziativa: il gruppo alpini di S.Vito per il 75° anniversario della sua costituzione, vuole dotarsi di una nuova sede. Essa verrà costruita materialmente dagli alpini del gruppo, cercando i finanziamenti tra coloro che generosamente vorranno partecipare a questo progetto. Questa sarà una sede speciale, che costruiremo in mezzo al verde, vicino alla Chiesetta di San Valentino, che tutti oramai chiamano la “Chiesetta egli Alpini”. Sarà gestita dagli Alpini del Gruppo e sarà aperta a tutti coloro che, Associazioni e non, vorranno trascorrere un po’ di tempo nella tranquillità e nel verde che manterremo attorno a questi edifici.
A...dimenticavamo: da alcuni anni gli Alpini Sanvitesi collaborano anche alle manifestazioni della Piazza in Fiore con servizi che, da quanto sentiamo durante il periodo suddetto, sono molto …”gustati”!
franco & franco